Osteria la Pievina CHEF A DOMICILIO -

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OSTERIA LA PIEVINA CHEF A DOMICILIO



La Cuisine de Fabien
Un uomo perso tra i fornelli come fosse nel Paese dei Balocchi

Inizio la mia attività su questo blog con la recensione de La Pievina di Asciano, in provincia di Siena. Inizio da qui perché si tratta di una delle mie ultime trasferte culinarie e perché è stata un'esperienza davvero sconvolgente (capirete a mano a mano il perché)…
Da Firenze ci si arriva sia dalla A1 e viaggiando poi in mezzo al Valdarno (consigliata se viaggiate con calma di giorno e volete ammirare la campagna toscana) che dalla superstrada Firenze-Siena (più rapida). Il ristorante si trova in cima ad un poggio, un paio di km prima di giungere ad Asciano, e gode di una piacevole vista sulle colline senesi particolarmente apprezzabile in Primavera. Se per caso vi interessa fare una bella trasferta, anche per un week-end, la coppietta di proprietari possiede anche un appartamento carinissimo in mezzo ad Asciano e potrebbe essere un ottimo punto di partenza per un escursione tra Montalcino, Buonconvento, l'Abbazia di Monte Oliveto e… tutto quello che  passa per la mente visto che la zona è ricchissima di opportunità!
Ma veniamo a ciò che credo vi interesserà di più: la cucina.
La coppia di cuochi che gestisce il posto offre tre tipologie di menu fissi, anche se è possibile trasgredire e variare un pò i piatti (ma non ve lo consiglio perché non reggereste al rimpianto di ciò che non avete potuto assaggiare): di pesce, di carne e vegetariano. Il primo è quello che tratterò in dettaglio in questo post, il secondo comprende meno primi e più secondi, il terzo è abbastanza classico e meno creativo ma sicuramente consigliato e di ottima qualità (purché amiate l'aglio) tanto che La Pievina figura nella Guida del Mangiare Bene Vegetariano. Al momento i prezzi sono rispettivamente 45, 35 e 35 euro ma a quanto mi è stato detto stanno per aumentare un pò rispettano comunque onestamente quanto offerto. Mentre scrivo e ripenso alle portate mi torna l'acquolina in bocca quindi sarà bene che mi sbrighi a finire…
Si parte, ovviamente, dai 10 (!) antipasti accompagnato da buon pane fatto in casa:
- Vellutata di ceci con gamberetti
- Crostini con le vongole
- Crostini con seppioline in nero
- Insalata di polpo
- Sarde marinate con cipolle
- Chioccioline di mare al sugo
- Sgombro marinato
- Polpetta di acciughina con pinoli
- Sfoglia di pescespada con tartufo e anelli di cipolla fritti
- Cozze gratinate alla pizzaiola
E non si tratta di portate da nouvelle cuisine! Assicuro che la qualità era impeccabile per tutte le portate senza eccezione alcuna. Oltre alla qualità ho potuto apprezzare anche la creatività (menzione speciale alla sfoglia di pescespada e alla polpetta di acciughina!) e, nonostante la quantità, anche la leggerezza dato che non mi sentivo affatto sazio dopo questa carrellata.
Al termine degli antipasti, giusto per aiutare lo stomaco ad accettare quanto sta per giungere in tavola, vengono serviti una Zuppa Santa a base di erbe digestive e un amaro analcolico al rabarbaro (che poi la cuoca vi lascerà sulla tavola perché "non si sa mai")…
Giungono quindi i primi:
- Risotto alla pescatora
- Fagottini di aragosta
Se contate anche la Zuppa, i primi quindi sono tre. Se il risotto è comunque un piatto classico che seppure ben cucinato magari risulterà più di vostro gusto quello delle vostre parti, i fagottini sono un piatto da 10 e lode: pasta fresca fatta in casa ripiena di aragosta… delicatezza pura che si scioglie in bocca lasciandovi un'espressione di beatitudine sul viso.
Mi auguro che rimanga ancora posto nel pancino perché arrivano i piatti forti, i secondi:
- Orata al forno con patate
- "L'alberello"
Immagino di aver stimolato la vostra curiosità: "alberello"? Sì sì, alberello. In pratica si tratta di un ramo piantato in verticale su di un sasso; sulle protuberanze sono disposti in bella vista dei grossi gamberoni alla piastra mentre alla base si stende un immenso prato di frittura di pesce da leccarsi i baffi. In pratica un Bonsai di pesce. Ammetto che la frittura a fine pasto mi ha veramente riempito fin dai primi bocconi, ma come rinunciare a tanta bellezza?
E ai dolci?
Dopo una mangiata di questo livello, ecco che la coppia vi porta in tavola i dolci. Attenzione: non vi chiedono cosa volete né vi portano degli assaggini… Vi mettono direttamente in tavola tutte le teglie di dolci che sono stati preparati durante la giornata e vi lasciano servire da soli!!! La lista dei dessert varia a seconda delle feste tradizionali, a me sono capitati:
- Tronchetto cioccolata ed alchermes
- Torta della nonna
- Frittelline di riso
- Torta di ricotta
- Focaccia Chantilly
- Bongo bianco (mascarpone e panna)
- Profiterolles
- Ciambellone
- Cantuccini col vin santo

Ecco perché parlavo di esperienza sconvolgente all’inizio del post! Quantità, qualità, ambiente familiare, ecc… Il massimo!
Per quanto riguarda le bevande, la qualità era garantita dal territorio in cui si trova il locale (l’ottimo Brunello di Montalcino tra i rossi della casa e un bianco leggero ad accompagnare il pesce) anche se non c’è una vera e propria carta dei vini. Ad accompagnare i dolci, limoncello e fragolino. Insomma, La Pievina non vi rimarrà impressa tanto per i vini quanto per il cibo.
Tutto questo in un ambiente decorato dalla stessa proprietaria in base alla stagione: in inverno, fiori secchi e intrecci di vimini.

In conclusione alcune piccole avvertenze per apprezzare al meglio l’esperienza de La Pievina: il servizio inizia per tutti alla medesima ora, quindi se non volete essere guardati in cagnesco per tutta la serata dagli altri commensali rimasti a bocca asciutta perché si doveva aspettare il vostro arrivo cercate di essere puntuali; evitate i giorni di maggiore affluenza (il giovedì è la serata ideale); cercate di resistere alla tentazione di “scarpettare” ogni piatto o non arriverete in fondo (e non è che poi fanno lo sconto).
Mi auguro di avervi stuzzicato a dovere il palato. A presto con nuove recensioni.


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